Foto: Web 2.0
“Il Grande Fratello ti spia” non è più solo una celebre frase di un vecchio romanzo, ma una vera e propria realtà verso la quale tutti gli utenti sembrano essere abituati ormai da un po’ di tempo.
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Senza un controllo a macchia d’olio da parte delle autorità competenti, sarebbe infatti praticamente impossibile contrastare tutti i tentativi di illeciti commessi nella Rete: il proprio Provider, un sito Web o addirittura chiunque sappia armeggiare per bene con un PC può essere in grado di identificare ogni utente che sta navigando su Internet.
Mandare anche una semplice e-mail vuol dire quindi identificarsi, comunicando un indirizzo IP e di conseguenza la propria posizione geografica. Tutto ciò può dar fastidio anche a chi non ha nulla da nascondere ed è per questo motivo che si sono sviluppati dei sistemi in grado di garantire l’anonimato di ogni internauta.
Per evitare però che la confusione dilaghi nelle menti di alcuni di noi è bene far luce su un fenomeno definito come analisi del traffico: tutto ha infatti origine qui. Si tratta di un attività prettamente statistica grazie alla quale è possibile studiare l’andamento dei siti Web più visitati del momento, i tempi di permanenza sugli stessi e tante altre informazioni che contribuiscono a conoscere meglio ciò che gli utenti preferiscono dalla Rete.
Aldilà degli scopi benevoli di una tale attività, tutti i dati raccolti possono potenzialmente finire nelle cattive mani degli hacker, poiché tutto viene salvato all’interno di alcuni server. La privacy non è dunque pienamente garantita.
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Ciò non sottointende che i propri spostamenti sul Web vengano monitorati 24 ore su 24, ma non c’è comunque garanzia del contrario. A scanso d’equivoci, chi di voi non riesce ad accettare tutto ciò può armarsi a dovere e mettere in pratica le migliori tecniche di difesa.
Autore: Roberto R.
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