Google è diventato “cattivo” con le nuove Norme sulla Privacy?

Google Privacy Policy

Google sta per cambiare le Norme sulla Privacy, lo ha annunciato ufficialmente alla fine di gennaio con un post sul blog e con una mail inviata a tutti i google account. La modifica sostanziale che arriva con questa nuova normativa è l’unione, in un unico documento, dei termini degli oltre 60 servizi offerti da Google, da Gmail, alla ricerca, da Youtube a Google+.

Dal 1 marzo 2012, giorno in cui andranno in vigore le nuove norme sulla privacy, chiuque abbia un account google, per utilizzare uno o più servizi, vedrà le proprie informazioni condivise fra tutti i servizi della società. Così Google stessa spiega la novità:

[ad name=”Google Adsense 336×280″]

Le nostre nuove ‘Privacy Policy‘ spiegano chiaramente che, se un utente è loggato, possiamo combinare le informazioni che fornisce ad un servizio con le informazioni presenti in altri nostri servizi. Più semplicemente, tratteremo l’utente come singola persona attraverso tutti i nostri prodotti, questo significa avere un’esperienza Google più intuitiva”.

Inoltre Google con queste nuove norme sembra voler ridurre l’anonimato, chiedendo inizialmente il nome reale per l’iscrizione a Google+ e quindi legando l’account Plus alla casella di posta Gmail (solo da poco è permesso usare “nickname” su Google+).

Ma cosa significa questo per gli utenti?

Già attualmente ogni utente internet lascia le proprie tracce in tutto quello che fa online; ma con queste nuove norme sulla privacy Google registrerà in un unico luogo le cose che i propri utenti cercheranno, le email che invieranno tramite Gmail, i luoghi che consulteranno su Google Maps, i video che vedranno su YouTube, le discussioni che avranno su Google+ e non solo, per i possessori di Smartphone Android il legame sarà ancora più stretto, in questo caso Google potrà conoscere il numero di telefono, la localizzazione dell’utente in tempo reale se usa Latitude, i dati di Google Wallet per i pagamenti e molto altro.

In questo modo la cronologia dell’informazione potrà essere usata da google per fornire un’esperienza migliore all’utente (risultati personalizzati) ma allo stesso tempo potrà mostrargli annunci pubblicitari altamente mirati.

Perché considerare questo cambiamento come “cattivo”?

Google ha definito le attuali norme sulla privacy e ha costruito la sua reputazione e il suo business multi-miliardario con la promessa di “non essere mavagio” (“don’t be evil“). Questo è stato interpretato positivamente come una particolare attenzione di Google nei confronti dei sui utenti, interpretazione che google ha coltivato ed incoraggiato. Ed ora rischia di far crollare tutto, concedendo ai suoi utenti (la sua risorsa più preziosa) solo qualche settimana per controllare i propri dati personali e per decidere se accettare o meno le nuove norme, condizione necessaria per continuare ad usufruire dei suoi servizi.

Cosa non semplice per chi, come me, ha basato da anni la propria vita lavorativa e/o professionale sui servizi offerti da Google, utilizzando ed incrociando più di un account, usufruendo oltre ai servizi di svago come YouTube, Picasa o Google+, anche servizi professionali come Adsense, Adwords o Analytics (che necessitano di dati sensibili come indirizzo, numero di partita iva, numero di conto corrente o carta di credito).

Queste persone sono troppo legate ai servizi del colosso di Mountain View per poterne fare a meno, e per questo si vedono costrette ad accettare queste nuove norme, anche se non vorrebbero, perché sarebbe semplicemente impossibile organizzarsi con delle alternative, quando ci sono, in così poco tempo.

Quindi dov’è finita la filosofia di google che prevede di raggiungere un profitto senza fare del male?

La pubblicità è stata sempre ed esplicitamente bollata come “cattiva” da Google che ha sempre sottolineato che gli annunci devono essere pertinenti e non appariscenti. Fra i principi sulla privacy di google al punto 4 leggiamo:

Le persone hanno differenti esigenze riguardo la propria privacy. Per servire al meglio tutti i nostri utenti Google si sforza di offrire loro scelte consapevoli e capillari sull’uso dei propri dati personali. Riteniamo che le informazioni personali non debbano essere ‘tenute in ostaggio‘ e siamo impegnati a produrre prodotti che consentano agli utenti di esportare le loro informazioni personali ad altri servizi. Non vendiamo le informazioni personali degli utenti.

Le nuove norme sulla privacy invece superano questo confine, eliminando il controllo separato e capillare delle propria privacy, il che significa l’impossibilità di continuare a fare alcune cose in un relativo anonimato, tutte le azioni di un utente google dal primo marzo saranno associate ad un nome, un volto ed un numero di telefono. Ma la cosa più grave è un’inversione esplicita delle norme precedenti. Come Google stessa faceva notare nel 2009:

In precedenza offrivamo la ricerca personalizzata solo per gli utenti registrati e solo quando avevano la cronologia web attivata sui propri google account. Quello che facciamo oggi invece è espandere la ricerca personalizzata in modo da fornire questo servizio anche agli utenti non loggati. Questa nuova funzione permette di personalizzare i risultati di ricerca grazie ad un cookie anonimo della durata di 180 giorni. Questa è un’attività completamente separata da un account google e dalla cronologia di ricerca (disponibile solo per gli utenti loggati)” (tutte le impostazioni possono essere modificate nella propria “dashboard” e fra le “preferenze annunci“, anche se però le varie procedure sono piuttosto macchinose).

[ad name=”Google Adsense 336×280″]

I cambiamenti alle norme sulla privacy di Google arrivano subito dopo (quasi in contemporanea) alle modifiche che stanno portando elementi sociali al motore di ricerca.

Search plus Your World” (la ricerca più il tuo mondo) è lo slogan del nuovo motore di ricerca sociale di Google. La Social Search però sta suscitando pesanti critiche in tutto il web (argomento delicato che tratteremo in un articolo separato) che però lascia agli utente la scelta di partecipare o meno.

Google sta cambiando, è ancora difficile dire se in bene o in male e la cosa probabilmente sarà giudicata soggettivamente (almeno in un primo periodo). Sicuramente queste modifiche cambieranno non solo Google, ma l’intera rete e le abitudini di parecchi utenti.

Qual è il vostro parere sulle nuove Privacy Policy” di Google? Siete favorevoli o contrari? Siete spaventati e state già cercando delle alternative? Dite la vostra nei commenti!

Fonti: googleblog.blogspot.com, washingtonpost.com | Via: gizmodo.com
Immagine Via: gizmodo.com

[ad name=”GoViral Video 400×385″]

9 Risposte a “Google è diventato “cattivo” con le nuove Norme sulla Privacy?”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.