Da quando gli smartphone sono entrati nella nostra quotidianeità in maniera così massiccia e, direi, compenetrante con le attività di tutti i giorni, siano esse lavorative, di svago o di semplice comunicazione, di pari passo si è sviluppato su internet la tendenza al cosiddetto Jailbreaking, ovvero a quella tecnica, diversa per ogni modello e sistema operativo, che consente di ottenere accesso alle impostazioni di sistema (o root) dello smartphone, divenendo così in grado di installare ed eseguire softwre non ancora approvato o in fase di beta, o ancora spremendo in maniera non controllata il nostro hardware affinché possa rendere tutto quello che può.
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Questa pratica, derivata probabilmente dalla abitudine tutta open source di “vedere come funziona e se può funzionare meglio” è molto diffusa e sono moltissimi i team di sviluppatori che si mettono a servizio degli utenti più smaliziati per fornire giornalmente nuove tecniche di jailbreak. Ma è davvero utile?
Sbloccare le opzioni di sistema può essere un modo interessante per avere a disposizione l’ultimo ritrovato tecnologico, o le nuove funzioni che non sono ancora state distribuite per i canali ufficiali, ma ci possono essere conseguenze anche gravi sull’iindiscriminata applicazione di questa pratica. Un sistema sbloccato in questa maniera è assolutamente instabile, poiché il software che verrà installato – e che ha reso necessaria l’operazione di jailbreak – potrebbe non essere perfettamente ottimizzato per lavorare su quel modello e con quella configurazione hardware.
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Da questo è facile intuire che in caso di conflitti, il sistema potrebbe reagire in maniera inaspettata. Per risolvere situazioni del genere non sarà più sufficiente rivolgersi all’assistenza della nostra casa di produzione, che in alcuni casi potrebbe anche essere invalidata, poiché ciò che avete in mano è ormai uno smartphone che non rientra più in alcun canone.
Di fatto è come se doveste risolvere un problema al pc, rivolgendovi a chi ha progettato il software che avete installato. E’ chiaro che si troverà sempre un supporto, ma potrebbe essere anche vero il contrario. E se il blocco del sistema non fosse limitato solo alla nuova applicazione che avete voluto installare, ma interessasse tutto lo smartphone? I vostri dati potrebbero essere oggetto di controllo da parte di un codice malevolo che avrebbe accesso completo al vostro sistema.
Ne vale la pena?
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